mercoledì 15 febbraio 2012

Il giorno dei No


Stop alle Olimpiadi a Roma e stop alla Metro C oltre il Colosseo. E' il giorno dei no.
Il presidente Monti ha rifiutato di avallare la candidatura di Roma alle olimpiadi del 2020, con sommo disappunto di politici, costruttori e imprenditori, che indubbiamente dall'affaire olimpico avrebbero avuto i loro ritorni. Troppi i rischi di sforare un budget già alto affossando ulteriormente il debito del paese.
Allo stesso tempo RomaMetropolitane ha rigettato la proposta di project financing presentata da MetroCspa (Caltagirone e compari) per portare l'agognata terza linea dal Colosseo (dove i fondi si fermano ad oggi) alla Farnesina. Troppo onerosa, sarebbe costata al pubblico 10 miliardi.
In un solo giorno Roma si è giocata la metro C al centro storico, il completamento dell'anello ferroviario, il tram Anagnina-TorreAngela, il potenziamento delle FR, il ponte dei congressi, la nuova via del mare. Tutto rimandato a tempo indeterminato.
Viene spontaneo chiedersi come sarà possibile portare a compimento nei prossimi anni i tanti progetti infrastrutturali di cui abbiamo estremo bisogno. Da un lato Monti ha dimostrato che non ha alcuna fiducia nella capacità del paese di gestire i soldi pubblici. Come se avesse detto "Siete tutti ladri". Dall'altro la vicenda della metro C induce a pensare che anche rivolgersi al privato, svendere il proprio territorio non è una strategia così vincente.
Quindi come si sposteranno i cittadini mentre aspettano che Monti ci dica non solo "No!" ma che doverosamente indichi come l'italia si può liberare dalla mala gestione, dagli evasori e dalle speculazioni?
E siamo sicuri che ci siano solo le Olimpiadi a divorare le casse pubbliche? Non bisognerebbe forse dire "NO" anche ad altri progetti devastanti (vedi la TAV?). Ne parleremo, così come parleremo di una "exit strategy", una nuova filosofia della mobilità che è forse l'unica risposta in tempi di stop alle grandi opere e tagli al trasporto locale.

1 commento:

  1. Altro che "due piccioni con una fava"! Qui la situazione è tutto fuorché felice. E per fortuna che si parla tanto di vento di cambiamento!

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