martedì 3 luglio 2012

Diamo a Cesare quel che è di (metro) C-esare

La Metro C ha rappresentato la più grande campagna di scavi archeologici a Roma degli ultimi decenni, sia per estensione che per profondità raggiunta. Lo scopriamo in un bell'articolo sul venerdì di repubblica. E' proprio questo il caso in cui la modernizzazione della città va a braccetto con la sua storia. Quando leggiamo in giro di cantieri che durano da decenni ricordiamoci che i lavori per le opere della metro vera e propria sono iniziati nel 2007, quindi solo 5 anni fa. Negli anni precedenti invece sono state eseguite importanti indagini archeologiche. Così come dobbiamo ricordarcene quando strumentalmente si avversa il progetto metro C per via del suo costo. Un costo che comprende scoperte rilevantissime per la città come l'Adrianeum di Piazza Madonna di Loreto, le vetrerie medioevali in piazza Venezia che si affacciano sui resti della via Flaminia, i basoli della via Labicana, la ricostruzione stratigrafica dell'area delle Mura Aureliane occupata in antichità addirittura da un corso d'acqua e che ha restituito fossili di frutti e piante per arrivare all'estremo limite orientale del comune di Roma, in zona Pantano e scoprire un sistema di canalizzazioni del neolitico. Insomma un servizio non indifferente alla storia millenaria della nostra città. Nell'articolo si parla anche di un piccolo museo dei reperti nella futura stazione San Giovanni. Ci speriamo, così come speriamo che possano essere avviati nel più breve tempo possibile i lavori per la tratta centrale, con lo stesso spirito di collaborazione tra studio dell'antico e esigenza di modernità.

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