giovedì 20 dicembre 2012

Archeologia e Trasporti: opportunità o ostacolo?

I casi dell'Auditorium di Adriano e la Tomba del Gladiatore


Questa qui sopra è l'area archeologica di via Vitorchiano dove nel 2008, durante gli scavi per la costruzione di tre palazzine da parte del gruppo Bonifaci, è stata scoperta la cosiddetta "Tomba del Gladiatore". Ebbene sì. Proprio la tomba di quel Marco Nonio Macrino che ha ispirato il famoso film interpretato da Russel Crowe. Dopo 4 anni di scavi e scoperte tali da far ritenere il ritrovamento uno dei maggiori degli ultimi 30 anni, qualche giorno fa arriva la notizia che il sito deve essere reinterrato. La solita solfa. Non ci sono i soldi per una valorizzazione. Poteva finire tutto così se non ci si fosse messo lo stesso attore americano e mezza opinione pubblica mondiale scandalizzata giustamente dalla pochezza con cui il paese detentore del 70% di patrimonio culturale europeo tratta la sua storia. Il sito sarà quindi solo coperto e protetto dalle intemperie per ora (e speriamo anche dai ladri). Perché ne parliamo qui. Osservate un momento su questa mappa dove si trova il sito. A 200 metri dalla Stazione Due Ponti e 500 da Tor di Quinto della Roma-CivitaCastellana-Viterbo. Inoltre praticamente attaccato alla dorsale ciclabile del Tevere. Il che già basta a garantire un'accessibilità invidiabile per tutti i turisti che difficilmente si spingono fuori dalle mura aureliane. Un quarto d'ora di treno metropolitano da Piazza del Popolo. Oppure una bella passeggiata in bici lungo il fiume. E questo nel presente. Perché se veramente si chiuderà mai l'anello ferroviario Tor di Quinto diventerà uno snodo per Roma Nord strategico dal potenziale enorme, raggiungibile facilmente da tutta Roma e soprattutto dalla AV di Tiburtina. Si dirà che la ferrovia in questione è lenta, malandata, degradata, indecorosa, sporca. Altrettanto la ciclabile. Per non parlare della zona di Tor di Quinto tristemente famosa per l'omicidio Reggiani  e il degrado che vi regna. Ma quale migliore occasione di sfruttare un sito archeologico unico legato a un evento mediatico mondiale come "The Gladiator"? Lo spazio nei dintorni non manca di certo. Già immagino percorsi multimediali, realtà aumentata con le scene del film, spettacoli con la ricostruzione dei momenti chiave della vita del gladiatore, insomma un potentissimo mix tra storia, cultura romana, cinema, tecnologia. Il tutto accessibile con i mezzi pubblici che potrebbero essere potenziati e manutenuti con parte degli introiti del sito. Una incredibile accelerata al processo di riqualificazione del Tevere e di tutta l'area nord attualmente dimenticata. Insomma un progetto di connubio sinergico tra archeologia, turismo e infrastrutture. Destinato però a rimanere un sogno. Ma quanti soldi ci vogliono per la valorizzazione? 3 milioni. Spiccioli. Pochi spiccioli per un'amministrazione come Roma Capitale che ne ha stanziati quasi 2 per "limare" il muretto del museo dell'Ara Pacis. Un'operazione inutile, stupida, inconcepibile, dannosa, schifosamente ideologica. Dal costo di 4 miliardi di lire. Queste le priorità, questa la lungimiranza di Roma. 

Cambiamo totalmente zona, arriviamo in pieno centro storico, Piazza Venezia, il fulcro della città antica. Tuttavia un caso simile e altrettanto emblematico. E' spuntato infatti 3 anni fa un ritrovamento importantissimo in un'area che dovrebbe ospitare una delle uscite della futura metro C. Si tratterebbe di un auditorium adrianeo, un luogo di ritrovo per oratori e filosofi, di cui si sono conservati splendidi marmi e le gradonate che ospitavano il pubblico. Anche qui tuttavia il futuro è più che incerto. Serve un milione per il restauro e si ipotizza l'apertura al pubblico tra tre anni. E la metro C? Dal materiale ufficiale di qualche anno fa presentato nell'ambito del progetto Millennium sembrerebbe che  sia stato individuato un posto per l'uscita della metro a fianco del sito archeologico. Nulla si è più saputo tuttavia a riguardo da quando è naufragato il project financing per la tratta centrale che resta ancora tutta da definire e soprattutto finanziare. Ricordiamo poi che la tratta centrale ha già visto cassata per problemi archeologici la fermata Argentina, creando un buco di 1,2 km tra le due fermate centrali di Venezia e Chiesa Nuova. Parlando di tutto questo mi viene in mente l'esempio di Napoli. Il cantiere in piazza Municipio è li' da dieci anni e lungi dall'essere chiuso. Ma i ritrovamenti sono stati straordinari e un bel progetto li integrerà in una stazione museo che già si preannuncia sbalorditiva dando un volto nuovo alla zona più monumentale della città. Il parallelo mi sembra calzante no? Si dirà, e i soldi chi li mette? I soldi volendo si trovano, anche con la crisi. Siamo a Roma. Un mito, un'idea, un unicum planetario. Gli investitori arabi si possono corteggiare solo per fare di Ostia la Dubai de noantri? Il mondo è innamorato della nostra storia e della nostra città. Siamo noi che non lo siamo. Una stazione sotto la piazza che valorizzi i reperti permettendo di camminare nella storia, sull'antica via Flaminia, tra vetrerie medievali, nelle stanze dei retori e dei filosofi, muovendosi al contempo alla velocità di una metropoli contemporanea. Certo ci vorrebbero molti anni e molti soldi. Ma come sappiamo Roma non è stata costruita in un giorno. Cosa sarebbe un decennio a fronte di un omaggio a una storia millenaria?

1 commento:

  1. a Perugia le scale mobili sotterranee che collegano la parte bassa della città al centro storico (piazza Italia) arrivano tra i resti archeologici sotterranei della Rocca Paolina, per uscire dopo un suggestivo ma breve percorso a piedi al piano terra del palazzo della prefettura. L'uscita è pratica e discreta. A Piazza Venezia si potrebbe fare qualcosa del genere, magari collocando l'uscita della metro al piano terra di Palazzo Venezia, invece che nel centro della piazza...

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