domenica 30 giugno 2013

Caro Marino, se vuoi cambiare Roma devi cambiare i Romani.

L'era Alemanno è finita. Mi piacerebbe dire che è stato un piacere. L'elenco dei disastri degli ultimi cinque anni l'abbiamo fatto spesso ed è sotto i nostri occhi tutti i gironi. Adesso basta. Quell'era è finita. O no?
Ho aspettato molto prima di scrivere di Marino, era necessario valutare sia la campagna elettorale che le scelte sui collaboratori che le prime mosse politiche. Ci sarà tempo di approfondire. Quello che è evidente però è che un sindaco neoeletto, figura tutto sommato distante dall'amministrazione di una metropoli capitale e ancor più da Roma e dalle sue logiche di potere può essere per la città una medaglia dalle due facce opposte: da un lato l'"estraneità" a certi "circoli" può dare impulso a scelte difficili, critiche e impopolari ma fondamentali da attuare incuranti delle pressioni esterne delle lobbies e interne della politica. Dall'altro lato il sindaco alieno potrebbe invece essere fagocitato proprio da queste pressioni e inerme davanti alla sua stessa casta politica che abbia in mente di governare con la solita logica del tornaconto personale. Il rischio più grande, che proprio non possiamo permetterci, è l'immobilismo. Cinque anni di nulla.
Per ora le prime dichiarazioni aprono uno spiraglio di cauto ottimismo. A partire dall'operazione simbolo della campagna di Marino: la pedonalizzazione dei Fori Imperiali. Dai più scettici ai più entusiasti tutti abbiamo temuto che si trattasse solo di un proclama. Invece pare avviato a diventare realtà. Non solo, pochi giorni dopo ecco spuntare ipotesi di estensione futura della rete tranviaria proprio lungo i Fori. Al di là delle scelte sul tracciato, i battibecchi su "fili sì fili no" di cui parleremo è una notizia che fa bene al cuore. Erano anni che non si facevano progetti. Solo piani mai attuati. E progetti così rilevanti, che sfatano così tanti tabù. Ed è proprio quello di cui Roma ha bisogno, di tornare a sognare e veder realizzati i sogni di una città migliore. Per farlo però ci vuole coraggio. Il vespaio di polemiche sulla pedonalizzazione è già montato. Dai residenti e commercianti dei rioni circostanti allarmati dal traffico che si riverserà sulle loro strade ad alcuni archeologi e architetti come Portoghesi preoccupati che chi viaggia in auto non potrà più ammirare la maestosità del Colosseo (?!?) e persino Italia Nostra, che ormai ha sposato politicamente l'area di centrodestra. Insomma le lobby sono già armate e la politica pure. La guerra ha inizio ma si deve andare avanti con coraggio. E con cognizione di causa. Un esempio su tutti far sparire la sosta selvaggia dal centro storico. E' quella e non una via in più o in meno ad attrarre traffico. Si deve andare avanti ma non solo sui Fori. Marino deve fare soprattutto una cosa. Riportare la legalità in questa città. La legalità è ormai vista come una coercizione intollerabile, siamo al paradosso per cui reprimere l'illecito è un sopruso. E Roma è una città di soprusi. Dalle concessioni edilizie commerciali pubblicitarie, alla sosta selvaggia, alle affissioni abusive, ai rifiuti, all'evasione sui mezzi pubblici. Come racconta una lucidissima analisi degli amici di RomaFaSchifo i danni sono molteplici, perdita economica per l'amministrazione e costi sociali intollerabili. Eppure questa è la vera sfida. A Pomezia il neosindaco grillino è stato aggredito e mandato in ospedale per essersi opposto all'autorizzazione di alcune bancarelle sul lungomare. Questa è la nostra realtà, tocca gli interessi di qualcuno e rischi la vita. Pensiamo cosa può accadere a Roma. Quindi Marino ascolta la città ma vai avanti senza paura. Dotati pure di una scorta se vuoi non saranno quei soldi a pesare quando avremo recuperato tutti quelli degli abusi. E forse, forse, recupereremo anche la dignità che Roma merita.

mercoledì 19 giugno 2013

300mln dal Governo per la metro C a P.zza Venezia

unica condizione: 1ma tratta entro il 15 Ottobre


Ce la faremo a mancare anche questa occasione?
Nell'ormai celeberrimo "Decreto del fare" il governo ha inserito anche i fondi per portare la metro C a Piazza Venezia. 300 milioni. Un miraggio in questi tempi di vacche magre. Tuttavia Roma per ottenere i soldi deve presentare il progetto esecutivo della nuova micro tratta (dal Colosseo a Piazza Venezia appunto) entro fine Ottobre ma soprattutto deve aprire la prima tratta del nuovo metrò, la Pantano-Centocelle, entro il 15 ottobre. Ce la faremo? Il dubbio è più che mai legittimo visto che su questa apertura regna come al solito la confusione più totale. Quello che sappiamo è che le stazioni già costruite stanno subendo una "revisione" per essere adattate a un nuovo decreto in materia di norme antincendio. Una bella gatta da pelare perché in alcuni casi non si tratta solo di ritocchi ma di vere opere strutturali come nel caso dell'aggiunta di un altro ascensore alla fermata Alessandrino. Il 15 Aprile in occasione dell'apertura dei cantieri al Colosseo il presidente di Romametropolitane aveva lasciato intendere che l'apertura a Ottobre era subordinata al tentativo di evitare questi extra lavori previo accordo con i Vigili del Fuoco. Tentativo che a quanto pare è fallito. Per confondere le acque però, poco prima della batosta elettorale Alemanno dichiara che aprirà la prima tratta a Luglio. Su quali basi? Nessuna, purtroppo. Anzi. Daniele Autieri su Repubblica instilla l'ulteriore sospetto che oltre ai ritardi di costruzione, che ammontano ormai a due anni, vi sia l'inadempienza dell'Atac nello svolgere tutte le procedure necessarie per la presa in carico della nuova linea (pre-esercizio, formazione personale ecc..). Insomma il sogno di arrivare in metropolitana sotto al Vittoriano è a rischio. Non possiamo permetterci di mancare questa generosa chance offertaci dal governo. Arrivare a P.zza Venezia non è, come purtroppo dichiarato dal neo sindaco in campagna elettorale, la fine della Metro C bensì l'inizio della penetrazione della metropolitana nel centro storico, l'unica vera possibilità che abbiamo per far sparire le auto e pedonalizzare finalmente buona parte del più grande patrimonio Unesco al mondo. Questa però è un'altra partita che si giocherà tutta internamente al Campidoglio per convincere Marino della necessità di portare la metro C almeno a Piazzale Clodio, il suo capolinea originariamente previsto.

mercoledì 5 giugno 2013

Miracoli elettorali parte 2a

L'8 a Venezia e la fine del sogno TVA


Da domani l'8 arriva a Piazza Venezia. Un progetto lanciato 3 anni fa e cantierato solo nel 2012. L'unico progetto di espansione (anche se sarebbe il caso di dire "deviazione") della rete tranviaria della giunta Alemanno. Quattrocento metri in più. E un centinaio in meno, quelli davanti al Teatro Argentina che ora è un marciapiedone senza identità. Decideranno gli utenti se c'è un reale vantaggio in questa operazione. Il capolinea bus di Piazza Venezia è più vicino ora ma l'ansa barocca è più lontana. Tuttavia non molti si renderanno conto che il nuovo capolinea, così defilato in un angoletto della piazza, quasi a volersi nascondere, è la pietra tombale su quello che era il destino originario dell'8: arrivare a Termini passando per via del Plebiscito e via Nazionale. Non si potrà fare più. La soprintendenza non autorizzerà mai il passaggio del tram davanti al Vittoriano. Finisce così il sogno di collegare Termini e Trastevere, liberando via Nazionale dal caos e dallo smog. In questa campagna elettorale da entrambe le parti abbiamo sentito parlare di rilancio del tram. Alemanno ci ha già deluso in questo senso, cosa potrebbe fare Marino? Si è detto di prolungare l'8 lungo i Fori Imperiali per ricongiungersi alle rotaie di via Labicana. Ma lì ci sarà il cantiere della Metro C per i prossimi 7 anni. Rimane il passaggio per via Cavour. Difficile, c'è sempre il Vittoriano da superare e poi ricalcherebbe il percorso della metro B senza liberare via Nazionale, un potenziale boulevard parigino. Intanto sono già sul piede di guerra i residenti di Largo Argentina che protestano contro il rumore prodotto dalla nuova curva del tram. Insomma questa inaugurazione non sarà proprio una festa. Ancora una volta speriamo che la nuova amministrazione sia più lungimirante in tema di mobilità.

martedì 4 giugno 2013

Miracoli elettorali

Non so se ve ne siete accorti ma il corridoio Laurentina è stato aperto! Grande notizia per un'opera così attesa e già in ritardo di 6 mesi. Sarà sicuramente un sollievo per la mobilità del quadrante. Certo per adesso è aperta solo la preferenziale tra via dell'Umanesimo e via di Tor Pagnotta, circa due chilometri. No, no, non ci arriva a Fonte Laurentina, il ponte Caltagirone non l'ha ancora neanche appaltato. E il corridoio è aperto solo in direzione Laurentina metro B perché nell'altro senso non c'è la corsia di uscita. E no, neanche la rotonda c'è ancora. Ah dimenticavo, non ci sono neanche i cavi della linea aerea. In effetti non ci circolano i filobus ma i normali bus. I filobus non ci sono, eh, no, l'inchiesta per la tangente tra Mancini e Finmeccanica non è conclusa. Ah sì certo non c'è ancora neanche il deposito per i filobus. E comunque non ci passano tutte le linee ma solo cinque. Comunque è già qualcosa no? Ah, e poi i bus non ci passano dall'inizio dell'orario di servizio (5:30) ma solo dalle 7:00. Pare infatti che il corridoio in assenza dei semafori definitivi, dei lampioni e degli attraversamenti pedonali debba essere presidiato costantemente dai vigili. Che si sono rifiutati di attaccare alle 5:30 del mattino. Come dar loro torto. Per tutto questo è proprio il caso di ringraziare il sindaco. Grazie Alemanno per avere così a cuore la mobilità dei romani!