lunedì 22 luglio 2013

Bene, bravo, bis! Tris!! Quadris!!!

Non c'è che dire. Marino ha iniziato bene. Bene, stra-bene. Mi si dirà, e che ha fatto di così eclatante?
Poche cose, che sicuramente i più scettici additeranno come perdite di tempo, come il fatto che non sono i veri problemi della città. Eppure le poche prime azioni di Marino sono tutte frecce scoccate verso un obiettivo riconoscibile, disegnano una direzione precisa. Sono simboli, e i simboli contano. Cinque anni fa c'erano i saluti romani sotto al campidoglio, oggi un sindaco in bici. E sorprendente, dopo i 5 anni di oscurantismo appena trascorsi, è anche la modalità con cui sono state messe in campo questi primi provvedimenti. Decisione e partecipazione. Mi riferisco per esempio alla seduta congiunta del consiglio comunale e regionale. Una dimostrazione di collaborazione mai vista prima, per quanto facilitata dall'appartenenza alla stessa fazione politica, che fa dimenticare in fretta i tristi battibecchi tra Alemanno e Polverini per esempio sui finanziamenti per la metro C, bloccati in Regione a causa di interessi politici. Oppure all'assemblea tra cittadini, Municipio, Agenzia della Mobilità e Atac sulla pedonalizzazione dei Fori. Insomma, ci si pongono obiettivi ambiziosi, si ascoltano le esigenze di tutti e si va avanti. Poche cose dicevo. Che hanno dietro grandi visioni però. Visioni incoraggianti.
Partiamo dall'argomento caldo del momento: i Fori. Centinaia di articoli su pedonalizzazione sì, no, non così, non adesso, non è una pedonalizzazione. Abbiamo sentito di tutto. Le grandi rivoluzioni non sono mai condivise da tutti. Spaventano. Eppure dietro c'è una visione di città, di vita quasi. Le auto private non sono più al primo posto. Al primo posto c'è il trasporto pubblico e la tutela del patrimonio culturale. Bum. Un pensiero talmente semplice e talmente rivoluzionario da essere sconcertante. E cari residenti e commercianti terrorizzati dalla diminuzione dei posti auto e dall'aumento del traffico state tranquilli. Il traffico con il tempo si normalizzerà perché troverà altri sfoghi, in primis perché molti per fortuna rinunceranno all'auto. E' quello che succede in tutti i casi di limitazione della "automobilità" (vedi la Congestion Charge a Londra, L'area C a Milano ecc..). In secondo luogo vedrete che il recupero della pedonalità del centro porterà più soldi ai vostri esercizi e non meno. Ci sono studi che dimostrano anche questo.
Passiamo alla lotta al commercio abusivo ambulante: un'altra rivoluzione. Talmente grande che è costata la poltrona al capo dei vigili reo di non aver inviato tempestivamente i suoi uomini nelle piazze come richiesto dal sindaco. E' vero, per ora riguarda solo poche piazze, il fenomeno si è solo spostato e non annullato. Eppure è un altro squarcio di luce dopo il medioevo degli ultimi anni. La Legalità e il Decoro tornano di moda. Nonostante il re del commercio ambulante sieda ancora in consiglio comunale. E quando inneschi una miccia spesso si accende un circolo virtuoso. Ecco che le bancarelle spariranno anche da Piazza Risorgimento. Così alle parole legalità e decoro forse potremo unire anche dignità. Una parola di cui Roma ha estremo bisogno. Non solo. In questi giorni a seguito dell'ennesimo omicidio di stampo mafioso sul litorale il sindaco prende il "trenino" e da' mandato di scoperchiare le nefandezze del sistema di gestione delle nostre spiagge e di tutto l'indotto. Altro gesto simbolico: ancora legalità e presa di coscienza che la capitale è nella mani delle cosche.
Insomma, nei suoi primi giorni Marino ha aperto una finestra di speranza e aria fresca sulla città. Adesso però questi primi "gesti" devono diventare strutturali. Le idee che ci sono dietro sono ottime, ma vanno perseguite a tutti i costi, con ossessione: il trasporto pubblico non può limitarsi a una strada pedonale, bisogna prolungare e completare la rete delle metropolitane, investire sui tram, sui treni, sulle pedonalizzazioni, sulla lotta senza quartiere alla sosta irregolare, su una rete di piste ciclabili vere, sui parcheggi nei nodi di scambio. Così come l'idea di decoro deve essere declinata in una cura maniacale degli arredi urbani, degli spazi pubblici, delle aree verdi, nel pugno di ferro verso chi sporca e imbratta, nel recupero delle aree abbandonate, in una campagna martellante di educazione civica nelle scuole. E la legalità: cartelloni abusivi, concessioni commerciali, edilizie, parentopoli, tangenti, evasione fiscale, così come riduzione della burocrazia che spesso scoraggia chi vuole seguire le regole. Da fare ce n'è. E i segnali finora sono incoraggianti. Marino, sorprendici.

venerdì 19 luglio 2013

Metro C: asticella spostata al 15 Dicembre

Dopo la doccia freddissima che è stato apprendere dello slittamento dell'apertura della prima tratta Pantano-Centocelle a Giugno 2014, dichiarata dal neo assessore alla mobilità Improta per non meglio precisati motivi, arriva una notizia più confortante. L'emendamento al dl "del fare" che sposta il vincolo sull'avvio del preesercizio dal 15 Ottobre al 15 Dicembre è stato approvato. Come sappiamo questo vincolo è imposto dal Governo a Roma a fronte di uno stanziamento statale di 300 milioni per la tratta Colosseo-Venezia. Insomma l'asticella è stata spostata un po' più in la' per far prendere un po' di soldi e fiato alla lenta mamma Roma. La bella notizia dunque è che per Natale avremo il progetto definitivo per arrivare a Piazza Venezia e anche i soldi. Se tutte le parti lavorassero in comunione d'intenti si potrebbe quasi sperare che i lavori possano partire al più presto in modo da aprire la tratta San Giovanni-Venezia tutta insieme nel 2020.
La brutta notizia è che il preesercizio sulla prima tratta inizierà solo a Natale. Dunque se tutto va bene saliremo sui treni a 7 anni dall'apertura dei cantieri. Non proprio poco per una tratta per metà in superficie e periferica, nonostante siano noti tutti i problemi incontrati, dall'archeologia all'ultima beffa degli adeguamenti alle nuove normative antincendio sulle stazioni già completate. 
A questo punto però, avendo aspettato tanto, e osservando che lo stato dei lavori nelle stazioni successive è piuttosto avanzato, non si potrebbe ipotizzare un'apertura in tronco fino a Piazza Lodi? Vorrebbe dire avere da subito il "quasi" nodo di scambio con San Giovanni, con poche centinaia di metri a separare le due stazioni ed evitare il capolinea provvisorio di Centocelle, scomodissimo nodo di trasbordo tra una metro pesante (la C) e una ferrovia a scartamento ridotto in pessime condizioni (la Roma-Giardinetti). Aprire tutto a Luglio 2014. Sarebbe un colpaccio. E volendo si potrebbe. Concentrando gli sforzi sulle stazioni residue da Parco di Centocelle a Lodi, 6 in tutto. In queste stazioni le strutture sono ormai completate, si sta procedendo all'installazione degli impianti, alle rifiniture, alle discenderie e alle sistemazioni superficiali. C'è un anno di tempo. E la volontà?

mercoledì 3 luglio 2013

Fuori i bus turistici dal centro.


Quando ho aperto questo blog la mia intenzione era quella di condividere le mie idee e i miei progetti sul miglioramento del trasporto pubblico romano e laziale. Dopo tanti anni devo constatare che sono riuscito a parlare di progetti, quindi di "futuro", pochissime volte. La realtà quotidiana, nella sua a volte surrealtà, mi ha costretto sempre a parlare di problemi, di disagi, di disastri, di incompetenza, di corruzione, di illegalità, di inciviltà. Eccone l'ennesimo episodio. Un bus turistico si infila a via dei Serpenti, nel rione Monti e non riesce più a svoltare. Rimane incastrato e sul luogo devono intervenire i vigili del fuoco per DIVELLERE i parapedonali (caso più unico che raro a Roma, la presenza dei santi parapedonali) e scastrare il torpedone dopo ore di lavoro. Mi auguro e verificherò che i parapedonali siano reinstallati immediatamente e che non si colga l'occasione per far tornare quelle viuzze regno della sosta selvaggia. Resta il fatto che la rimozione (e il riposizionamento) lo paghiamo noi. Quindi la domanda sorge spontanea: che diamine ci faceva quel bus immenso nelle stradine di un rione tra i più vissuti di Roma? Chi l'ha autorizzato? Dove stava cercando di andare? Sorvolando sul fatto che nessuno a Roma fa controlli di alcun genere, come si può pensare di consentire a questi mostri di passare per le stradine rinascimentali del nostro centro storico? Alemanno ha messo mano alla normativa in materia facendoci cadere dalla padella alla brace. Voleva limitare la presenza dei bus turistici (che quotidianamente intasano finanche via della Conciliazione) ma al primo colpo di tosse degli operatori ha fatto marcia indietro su tutto. Come? No, non rimodificando la norma, semplicemente lasciando che nessuno la facesse rispettare. Così, anche se i bus erano obbligati a sostare al parcheggio del gianicolo li abbiamo visti scorrazzare ovunque indefessamente, nelle aree archeologiche e nelle zone centrali. Li abbiamo anche visti sostare in barba a qualsiasi non solo regola ma principio di buon senso creando immensi ingorghi e code.
Si dirà: Roma ha bisogno dei suoi turisti. niente di più vero. Roma deve rispettare i suoi turisti tanto quanto i suoi abitanti. E' per questo che Marino deve:
1. Approntare appositi Terminal nei pressi delle stazioni della metropolitana che lo consentono (Arco di Travertino, Ponte Mammolo, Anagnina) dotati di: 
 - strutture di prima accoglienza turistica con operatori multilingue pronti a indirizzare i turisti verso il loro albergo o luogo di destinazione tramite il trasporto pubblico
 - servizi igienici
 - piccole aree sosta con caffetteria/ristorazione.
2. Come soluzione temporanea durante la costruzione di tali terminal consentire il posteggio dei bus turistici solo in struttura (parking Gianicolo, parking Galoppatoio) garantendo un efficiente servizio di navette ecologiche per la distribuzione dei passeggeri.

Nelle città normali si fa così. Se vogliamo parlare di progetti e non di paletti sconocchiati da improbabili tir in centro.