lunedì 11 aprile 2016

Virginia Raggi e la Metro C-inque Stelle

Foto di Lor92 da skyscrapercity.com
La candidata sindaco del M5S ha deciso di farsi un giro sulla Metro C per "ridare voce alle periferie". E' stata ovviamente intervistata sul tema che dovrebbe essere forse il più importante della campagna elettorale. Ecco le sue affermazioni e i miei commenti:

"Metro C è un progetto molto importante ma ha generato finora solo costi".
E che cosa ci sarebbe di male? Primo la linea non è ancora completa. Secondo, è universalmente noto che il TPL e in particolare le metropolitane non si ripagano assolutamente da soli. L'introito di biglietti e abbonamenti copre solo in parte il costo di esercizio (quello di costruzione non lo prendiamo proprio in considerazione) di un'infrastruttura così complessa. Per questo il TPL è finanziato con fondi pubblici, che poi altro non sono che le nostre tasse. Quindi secondo il candidato sindaco dovremmo dismettere tutte quelle infrastrutture che non raggiungono l'equilibrio finanziario? Incluse Metro A, B ecc...Piuttosto perché ancora non sono stati appaltati gli spazi commerciali e pubblicitari nelle stazioni della Metro C che porterebbero soldi in cassa?

"La quantità di persone che la prendono non è comparabile a quelle delle linee A e B".
La scoperta dell'acqua calda. Di nuovo, la linea non è completa. Ancora non scambia con nessuna altra metropolitana o ferrovia (eccetto la monca Roma-Centocelle). Non fa rete col sistema attuale. Va da una periferia estrema a quartieri semi-centrali. C'è da stupirsi anzi che venga utilizzata già così tanto e ci sarebbe da aver paura per quando raggiungerà e oltrepasserà il centro. Conosce la Raggi l'incremento che ha avuto la linea quando il capolinea è stato spostato da Centocelle a Lodi? E' inevitabile che col prolungamento verso il centro l'utenza salirà.

"Sicuramente dovremo chiudere e finire San Giovanni [...]",
E ci mancherebbe! La stazione è completa al 97%, in pratica è finita! Purtroppo bisogna attendere la Soprintendenza per capire come saranno le finiture "artistiche" richieste e soprattutto qualcuno dovrà approvare questa ulteriore spesa ma al di là di questo (ennesimo!) intoppo San Giovanni deve aprire al più presto per creare un nuovo nodo di scambio metropolitano che attrarrà sempre più utenti sulla terza linea.

"[...] e probabilmente anche Colosseo, quanto meno per riportare in equilibrio i conti dell'opera".
Quel "probabilmente" fa paura. Più volte i 5 stelle hanno invocato lo stop della linea a San Giovanni, che sarebbe un errore clamoroso: primo perché i fondi per la prosecuzione a Colosseo sono già stanziati e i cantieri aperti da ormai 3 anni! Poi perché sarebbe la condanna della linea A costretta a sopportare nel tratto centrale un carico doppio e ingestibile vista la saturazione in ora di picco. Ma soprattutto perché tutti gli obiettivi della C sarebbero disattesi con enorme spreco di denaro pubblico. Posto dunque che fino a Colosseo si arriva che vuol dire quel "riportare in equilibrio i conti dell'opera"? Ancora la favola che aumentando l'utenza i biglietti ripaghino i costi? Poi perché tornare ancora sui costi e non sottolineare l'importanza dello scambio con la Metro B che diverrebbe un nodo fondamentale non solo per i turisti ma anche per tutti coloro che si spostano tra la periferia est e l'EUR, contribuendo a ridurre la pressione su Termini. Non è chiaro.

E a chi le chiede cosa ne pensasse di un prolungamento dopo Colosseo risponde: "Dopo si vedrà, ci sono tante cose che non sono andate in metro C, bisogna mettere il punto e iniziare a fare chiarezza".
Sul futuro della linea la solita frase politically correct di chi non si vuole esporre ne assumere impegni. Tante cose non sono andate, vero, bisogna fare chiarezza, vero. Chiarire qualsiasi violazione della legge, corruttela ecc ma anche chiarire perché il meccanismo del General Contractor non ha funzionato, perché da anni siamo ostaggio dei capricci dei costruttori, perché le penali non vengono mai pagate, perché si continuano ad accumulare ritardi senza che nessuno ne paghi le conseguenze.

Ma soprattutto la politica dovrebbe chiarire a se stessa quali sono i suoi obiettivi, rendere Roma più vivibile all'altezza di una capitale europea o condannarla al provincialismo e alla dittatura dell'automobile. "Dopo si vedrà" non è una risposta accettabile da chi si candida a governare la capitale d'Italia e una delle maggiori metropoli europee. "Mettere il punto" certo. Ma non nel senso di bloccare l'opera a danno di tutti i cittadini. bensì rescindere l'attuale contratto, riprendere il progetto originario e portarlo a termine con tempi e costi certi, trasparenza e una visione chiara del futuro della mobilità romana.